Politica ed economia

Democrazia & Federalismo è sostanzialmente la difesa dei nostri interessi, ai vari livelli politici.
Ma la politica non è forse l’organizzazione nel modo migliore della nostra vita?
Allora la politica deve interessarsi anche di economia, perché la nostra vita dipende dalla economia, e specialmente dalla economia della nostra zona.

Cosa vogliamo dire con questo?
Che la guida politica della Città, della Provincia, della Regione si devono interessare dello sviluppo economico della zona per mantenere il livello di vita del Popolo nelle migliori condizioni possibili.

Per esempio si può:

  • Favorire le produzioni ed i servizi locali.
    Diamo lavoro ai nostri operai e permettiamo alle nostre Aziende di crescere.
    Comprando auto straniere togliamo lavoro agli Italiani, e trasferiamo all’estero una parte della nostra ricchezza.
    Possiamo favorire tutti i prodotti della nostra zona e renderla più prospera. Non ci conviene?
  • Aiutare lo sviluppo delle industrie locali.
    Non solo dobbiamo comprare i loro prodotti, ma il Consiglio Provinciale ricerchi se necessario nuovi soci che possano investire nelle aziende che hanno la possibilità di crescere.
    In provincia di Pavia avevamo la sola industria italiana che produceva televisori.
    Quanti lo sanno? Il Governo no di sicuro.
    Ci conveniva che la concorrenza Giapponese e Cinese la facessero lentamente morire?
    O non ci conveniva aiutarla ad espandersi? Oggi è chiusa.
  • Creare nuove attività che valorizzino la zona.
    Il Consiglio Provinciale deve sfruttare ogni possibilità suggerendo idee e ricercando imprenditori per avviare nuove attività.
    In Francia si sono inventati una nuova industria dolciaria lanciando sul mercato nazionale dei dolci artigianali di pasta di mandorle.
    Possiamo farlo anche noi, decine di volte, e andarli a vendere in tutto il mondo.
    E’ stata un’operazione intelligente, gli altri popoli non dormono non possiamo dormire neanche noi.
  • Introdurre nuove iniziative industriali.
    La nostra industria sta mantenendo produzioni che invecchiano, non sono più al primo livello della tecnologia, non ha dimensioni e risorse sufficienti per rientrare tra i protagonisti mondiali.
    Il Consiglio Provinciale deve ricercare attraverso una commissione apposita quelle produzioni qualificate che siano coerenti con le vocazioni locali, coordinando sia i Cittadini desiderosi di investire i loro risparmi in queste iniziative, che le Aziende che desiderano fare un salto di livello ed espandersi.
    Tutto questo non è nemmeno previsto dal sistema dei partiti, che si limita a dare aiuti in denaro il più delle volte distribuiti con dubbia trasparenza o gettati dalla finestra.
    Ci conviene continuare senza una visione organica, o ci diamo una mossa?
  • Controllare la situazione demografica
    Nell’indifferenza dei nostri politici la situazione demografica si va facendo sempre più allarmante, niente viene riportato dai mezzi di informazione, non interessa a nessuno dato che nessuno può guadagnarci sopra.
    Eppure…prova a pensare, per millenni la popolazione della nostra Nazione ha trovato naturale avere disponibili aria pulita, terra coltivabile ed acqua in quantità se non illimitata almeno ampiamente sufficiente alle nostre necessità presenti e future.

    Ora, da qualche tempo, il prezzo dell’acqua sale di continuo ed il traffico si va facendo sempre più difficile: il Venerdì pomeriggio tutta la zona di Milano è praticamente bloccata e le strade attorno ai capoluoghi di provincia sono ricoperte da lunghissime file di auto.

    In tutta l’area milanese i bambini passano l’inverno tra bronchiti ed influenze in una sequenza quasi ininterrotta, le centraline di controllo della qualità dell’aria vanno in allarme quasi continuamente in tutti i capoluoghi di provincia.

    Cosa sta succedendo?

    Stiamo arrivando al collasso demografico, il nostro territorio ha raggiunto il limite della popolazione sostenibile.

    Pensa che un cittadino medio richiede oggi centinaia di litri d’acqua al giorno, al contrario dei pochi litri che gli servivano per bere e lavarsi cinquanta anni fa.
    (Produrre un kg di acciaio richiede diverse centinaia di litri di acqua per esempio).
    L’acqua, che siamo abituati a considerare sempre disponibile, non lo sarà più in futuro se la popolazione delle nostre zone continuerà a crescere.

    Lo stesso dicasi per l’aria pulita, il cittadino medio produce oggi inquinanti in misura incomparabilmente maggiore che cinquanta anni fa, con il riscaldamento, l’automobile e tutti gli scarichi delle industrie necessarie a produrre i beni di cui ha bisogno.

    Ancora lo stesso per la disponibilità di spazio, spostarsi in Lombardia è diventato un tormento a causa del traffico, semafori e limiti di velocità.

    Ogni provincia deve stabilire un limite alla popolazione residente, a pena di uno scadimento fortissimo della qualità della vita: questa decisione non può essere lasciata ad un Governo centrale, va presa da chi vive e lavora in ogni singola zona in dipendenza delle situazioni locali.

    Occorre anche riflettere che, fra pochi anni, saranno rimaste in piedi solo le industrie che producono per il mercato locale, e quelle che sopravvivranno alla concorrenza mondiale.

    Non ci sarà lavoro per tutti, se non cominciamo da adesso a limitare la popolazione e ad impedire l’ingresso di stranieri non qualificati, li dovremo poi mantenere da disoccupati.

    La favola che ci servono più immigrati per pagare i contributi in futuro non regge: siamo già pieni di disoccupati oggi, non ce ne occorrono in aggiunta per il futuro.